lunedì 18 giugno 2007

Insieme, ferita e benedizione.

Non avevo mai fatto caso a questa cosa, ma oggi durante una delle lezioni della scuola di Intermediando qui a Roma, si è parlato dell’immagine dell’Angelo che tiene stretto Giacobbe che nello stesso tempo lo abbraccia e lo colpisce. Si parla molto in generale di fragilità, di unità, di missionarietà, di tradimento, di diversità. Proprio con questa immagine ed in particolare con questo passo oggi si è discusso molto. Mi è venuto in mente dei tanti rapporti che si anno in diocesi, in parrocchia ma anche in famiglia, tra amici, tra gli stessi giovanissimi. A volte essere “feriti” serve, serve per crescere e per instaurare un rapporto migliore. Una sana litigata piena anche di parolacce e quant’altro ha i suoi frutti, ma ha i suoi frutti se alla fine c’è la “benedizione”, c’è la riappacificazione e la tranquillità di essere stati sereni e sinceri.

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