martedì 29 maggio 2007

Di ritorno da Perugia

“Far risaltare l’urgenza di nuovi educatori” che sappiamo muoversi nell’odierno ambiente culturale determinato dai mass media. Questo uno degli obiettivi del convegno, promosso da WeCa (associazione dei webmaster cattolici italiani), su “Le nuove tecnologie: una risorsa educativa” (Perugia, 18-19 maggio). L’incontro si è svolto nell’ambito della 41ª Giornata mondiale delle comunicazioni sociali (20 maggio) e in concomitanza della IV Assemblea associativa di WeCa. Introducendo i lavori del convegno, mons. Franco Mazza, presidente di WeCa, ha ricordato che “un primo problema da affrontare con serietà è l’insufficienza di educatori capaci di muoversi in questo nuovo ambiente culturale. Da molte indagini sia europee che nazionali, emerge un’immagine dell’adulto assai lontana dalle tecnologie, incapace di coglierne il significato più vero dovuto soprattutto all’approccio strumentale che gli adulti hanno nei confronti di quello che invece può essere considerato un nuovo spazio di incontro, di negoziazione culturale e valoriale. Per il mondo della scuola, ad esempio, sembra assente del tutto il significato positivo dei media come ambienti di apprendimento, di socializzazione e creazione della conoscenza”. Sono necessari, ha proseguito mons. Mazza, “nuovi strumenti e nuove strategie educative da proporre nell’ambiente scolastico, nei contesti educativi informali, negli apparati produttivi dei media, negli ordinari contesti della comunità ecclesiale”. Durante la conferenza stampa è stato letto il messaggio giunto dal ministero delle Comunicazioni, in cui tra l’altro viene annunciato che “dall’estate prossima verrà lanciata una campagna informativa per sensibilizzare le famiglie sulla necessità di accompagnare i ragazzi nella scoperta delle tecnologie. In quasi l’86% delle parrocchie italiane esiste un computer e nel 70% esiste una connessione a Internet che viene utilizzato per una pluralità di scopi. Il 61,7% delle parrocchie ha un indirizzo di posta elettronica. Ciò avviene nonostante l’età piuttosto avanzata della maggior parte dei parroci italiani: quasi il 50% di essi ha più di sessant’anni. Tuttavia l’età anagrafica non ha un peso così rilevante sulla diffusione delle nuove tecnologie: lo scarto tra parroci giovani e più anziani nell’uso di Internet è piuttosto limitato”. Sono questi alcuni dati che emergono dalla ricerca, “Parrocchie e Internet”, che è stata presentata nel corso del convegno. periodo marzo-aprile 2007 attraverso 1.338 interviste a un campione di parroci delle parrocchie italiane selezionate sulla base di due variabili: dislocazione territoriale e ampiezza della popolazione della parrocchia.La ricerca, commissionata da WeCa, è stata condotta, con la consulenza del Dipartimento Istituzioni e Società dell’Università di Perugia, nel Poche parrocchie, solo il 16% - emerge dalla ricerca - hanno un proprio sito Internet. Sono soprattutto le parrocchie del Sud ad avere un proprio sito Internet così come il computer è maggiormente diffuso proprio al Sud”. L’obiettivo principale dello studio “è quello di indagare quanto le parrocchie italiane facciano ricorso alle più recenti opportunità offerte dalle nuove tecnologie informatiche sia per compiti organizzativi che per l’azione di evangelizzazione. La Chiesa italiana infatti non è rimasta estranea rispetto alle più recenti innovazioni intervenute nel campo della comunicazione ed anzi non ha mancato occasione per sostenere la necessità di un sempre più diffuso ricorso ai nuovi mezzi”.
WeCa è la prima iniziativa europea del suo genere che intende unire, in una comunità viva e in continua sinergia, le conoscenze e le esperienze dei Webmaster Cattolici. E’ stato presentato inoltre al convegno, in anteprima nazionale, il "1° Premio webmaster cattolico". Per la prima volta, infatti, è stato organizzato a livello nazionale un riconoscimento ufficiale per premiare i migliori siti cattolici.

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